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DON EUSTACCHIO MONTEMURRO

BIOGRAFIA

don montemurroEustachio Montemurro nacque il 1° Gennaio 1857 dal notaio Giuseppe, di Matera, ma residente a Gravina, e da Giulia Barbarossa di Minervino Murge. Durante la sua infanzia ricevette un'ottima educazione cristiana dai genitori e dagli zii sacerdoti, Federico e Leopoldo Barbarossa. Aveva appena dieci anni quando, nel giugno 1867, colpiti da epidemia colerica, gli morirono la mamma, il fratello Federico e la sorella Maria Francesca. Da Minervino, ove probabilmente si trovava, al momento della morte della madre, con gli altri due fratellini, Francesco e Luigi, per frequentare la scuola elementare istituita dallo zio don Federico, Eustachio tornò a Gravina presso il padre.

Dopo la scuola elementare, secondaria e liceo, sempre con ottimi risultati, si iscrisse alla Facoltà di medicina e chirurgia di Napoli, dove conseguì la laurea con il massimo dei voti il 23 agosto 1881. Intraprese subito il servizio militare, col grado di sottotenente medico e, ritornato a Gravina, iniziò l'esercizio della medicina.

La situazione socio-economica di Gravina tra l'800 e il '900 è fortemente caratterizzata dall'agricoltura, dai contadini, da colture, da affittanze, da latifondi, da medie e piccole proprietà; ma anche da miseria, da analfabetizzazione, da carenze igieniche, da promiscuità, da un mondo contadino che non fa eccezione rispetto al più generale paesaggio agrario del Sud. La classe agricola costituisce la maggioranza degli abitanti, e può dirsi che più di due terzi della popolazione sono lavoratori dei campi con diffusione della proprietà parcellizzata. Ogni contadino, cioè, aveva il suo campicello che coltivava dopo aver terminato di lavorare nei campi dei proprietari latifondisti.

don eustacchio montemurroPerò la mentalità generalizzata era di tipo conservatrice, restia al cambiamento, alla novità e, quindi, all'introduzione delle macchine nel lavoro: erano fortemente legati a far uso degli strumenti e delle tecniche di coltivazione di cui si erano serviti i loro padri, convinti di essere superiori agli altri. Erano, inoltre, fortemente scettici a versare i loro capitali presso le banche o di accedere a queste per chiedere prestiti per i propri investimenti agricoli; era diffusa, invece, la figura dell'usuraio che con interesse del 10% prestava soldi per l'acquisto degli strumenti e sementa.

don montemurroLa lentissima trasformazione economica si rifletteva anche negli aspetti politici dando, così, l'impressione che in quelle terre niente cambiasse col passare degli anni. E con un'istruzione così poco diffusa mancavano pure veri partiti politici. Le persone civili e colte, che in verità erano poche in confronto al gran numero di contadini e d'ignoranti, erano in generale liberali moderati, ma a modo loro.

Un personaggio del genere, che veniva a smuovere in qualche modo la quiete della società gravinese, che girava per le campagne gravinesi per preparare ogni anno la festa del 1° maggio, e che riuscì ad organizzare con relativo successo il primo sciopero svoltosi a Gravina il 1° maggio del 1898, doveva suscitare necessariamente preoccupazioni e inquietudini nella società più ricca e più colta. Il Musacchio venne negativizzato e demonizzato dai "moderati e gentiluomini" che, per ripristinare la quiete sociale, gli affibbiarono l'appellativo di "socialista", ovvero sovversivo, nemico della Chiesa e della religione.

In quegli anni, successivi all'unità d'Italia, la popolazione gravinese vive la propria fede, indolente, priva di sussulti e insoddisfacente ai fini dei principi cristiani, denotando un rilassamento dei costumi e una diffusa corruzione. Questo stato di cose veniva in parte attribuito dal vescovo Maiello alle devastanti conseguenze provocate, nella piccola diocesi di Gravina, dalle Leggi di soppressione. Infatti perdendo Gravina tutti i frati di ben 4 Ordini religiosi, fu privata la popolazione gravinese di sicuri riferimenti assistenziali e spirituali: i cittadini furono espropriati di una presenza che offriva aiuto, consolazione, ma anche silenzio, raccoglimento e occasioni di preghiera. In questo contesto si inserisce la figura del giovane medico Eustachio Montemurro. Innamorato della sua professione, intesa come missione affidatagli da Dio, e sorretto da una forte fede cattolica, egli si prodiga instancabilmente per portare sollievo ai suoi concittadini sia nel corpo che nell'anima. Da subito si erge silenziosamente a paladino delle classi deboli e meno fortunate, si interessa di politica, promuovendo iniziative per portare maggiori benefici e protezioni alle classi più povere. Convinto assertore dell'importanza dell'istruzione, si impegna ricoprendo vari incarichi di insegnante e dirigente scolastico, rinunciando sempre al proprio compenso, anzi molte volte è egli stesso benefattore di opere sociali e di carità.

Ben presto Eustachio Montemurro fa breccia nei cuori dei gravinesi e coglie, per la sua trasparente e sempre altruistica politica, anche i consensi dei suoi avversari politici.

RECENESIONE COMMEDIA

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